domenica 12 settembre 2010

religiosità

premetto che sono atea. sono convinta che a nessuno di noi vada giù di non esistere più - prima o poi, sperando in un poi lontano - e che quindi i tentativi di spiegarsela diversamente siano molteplici, la religione è quella più "convincente"!
sono atea, non ci credo, ma rispetto chi la pensa diversamente. sono cresciuta con un genitore ateo e uno molto religioso, ho imparato che certe cose non si possono "discutere", si può tentare di comprendere, dire la propria opinione ma poi ognuno di noi si ritrova solo con  le proprie paure e convinzioni.
tollero i simboli religiosi nei luoghi pubblici, presenzio a matrimoni e funerali religiosi se invitata, ho amici credenti che rispetto e che mi rispettano ma ci sono alcuni atteggiamenti, di alcune persone che si ritengono religiose, che proprio non riesco a capire - parlo della "lotta" tra religioni - ho sempre avuto la sensazione che una delle "regole" fosse il rispetto e la tolleranza verso gli altri, nelle città multietniche (quelle vere) la convivenza è pacifica. senza andare nelle città, quest'estate ero in un'isoletta indonesiana dove induisti e mussulmani convivono rispettandosi. perché noi no?? che fastidio ci può dare una moschea a milano? e una a ground zero? non dovremmo essere quelli "civilizzati"?

2 commenti:

Lu ha detto...

Cara Princi, intanto dico che mi spiace per aver latitato dal tuo come dagli altrui blog.
La religiosità è un argomento spinoso - diverso, a mio parere, dalla spiritualità. E infatti è il termine giusto per il titolo del tuo post.
Il mio ateismo (già, anch'io!) è talvolta cinico e dissacrante, non riesco a tollerare le manifestazioni che ai miei occhi sono palesi espressioni di superstizione, oscurantismo e circonvenzione (d'incapaci?). Ciò stante, cerco di vivere (più o meno) in pace con tutti, senza confessione, per puro spirito civile. Mi pongo le tue stesse domande, con un pizzico di diffidenza in più: vorrei gli uomini liberi, e purtroppo spesso ho la sensazione che nei Paesi di fede islamica (ma non solo, certo!) la mancanza di istruzione e libertà di pensiero finisca per fomentare gravi lavaggi del cervello. Non vorrei dare adito a polemiche, e Dio solo sa (scherzo!) quanto io sia aperto. Soltanto non posso pensare che una persona dotata di mezzi per ragionare e discernere possa supporre che il suo Dio lo amerà in misura maggiore se si farà saltare in aria uccidendo decine di altri appartenenti alla specie umana. Questo è solo un esempio, e ci riporta alla radice della mia "intolleranza" verso una deriva di fanatismo che tutte le religioni (sempre secondo me) hanno in sè, quando si deroga l'amministrazione del culto. Sono, tutt'al più, per un rapporto diretto con Dio: se qualcuno ci tiene, si fondi la sua fede e se la tenga per sè.
Scusa la lungaggine.
A presto,
Lu.

Princi ha detto...

ciao Lu, che piacere leggerti!!
anche io non tollero il fanatismo, e non solo quello religioso!
nel mio post, mi riferivo a quelli che non hanno un briciolo di tolleranza verso chi è diverso. mi ha colpito molto un collega che ha detto che gli facevano schifo tutti quei "culi in aria" su viale jenner a milano, che una moschea sarebbe stata un gran rischio per la collettività ... perché? a me fanno più "paura" parole così, dette a pranzo tra una fetta di carne ed una pesca. è vero che non condivido il loro credo ma non sono costretta a farlo e, il fatto che non si tolleri un credo diverso mi fa pensare che, probabilmente, non mi combattono solo perché il mio essere atea non è "evidente"! è un po' come quella storia del crocifisso nei luoghi pubblici ... che cacchio significano? ecco, mi sembra che si diventi un po' fanatici anche così: "no al diverso" ... non è fanatismo in fondo? a presto, un abbraccio, princi